Tutti noi amiamo le Dolomiti. Tutti amiamo quelle guglie, fra cui le nubi danzano e che si incendiano al tramonto.
Alzi la mano chi non ha mai sognato di perdersi fra quei sentieri, il rumore del vento, l’odore del bosco che regalano al viandante autentici momenti di libertà.
Quanti di noi sanno come sono nate?
Ma quanti di noi sanno perché si chiamano Dolomiti?
Quanti di noi sanno perché al tramonto si incendiano di rosso?
Oggi cercherò di rispondere a tutte queste domande, aiutando i viandanti ad essere sempre più consapevoli della bellezza che li circonda.
Cominciamo con dire che non tutte le Alpi sono dolomiti: esse, infatti, hanno un’estensione geografica ben definita. Esse si estendono fra le valli dell’Adige, Isarco, Pusteria, Piave e Brenta.
Esse, si formarono nei caldi mari tropicali del triassico, significa fra i 200 e 250 milioni di anni fa.
Per darvi un’idea, se la storia del mondo fosse rappresentata in 60 minuti, con il minuto 0 corrispondente alla formazione della terra; le dolomiti comincerebbero a formarsi circa 50 minuti dopo la formazione della terra, e l’uomo soltanto negli ultimi millisecondi.
Questo fa capire quanto giovani siano in realtà queste cime
Esse possono essere di due tipi: la prima di natura biologica; infatti, alcune delle vette più maestose che oggi ci troviamo ad ammirare non sono altro che antiche scogliere sottomarine, venutesi a formare, appunto, in quei mari tropicali del triassico. Un esempio su tutti è la Marmolada.
Non tutte le dolomiti sono antiche scogliere coralline. Molte, soprattutto quelle dell’area orientale hanno un’origine differente. Parliamo di monti come il Pelmo, il Cristallo o le famosissime Tre cime.
Tutte queste cime, a differenza delle altre riconosciute come scogliere, sono nettamente stratificate. Scommetto che chiunque si sia avvicinato alle Tre Cime di Lavaredo abbia subito notato questa cosa.
Queste spettacolari cime si formarono in un ambiente diverso rispetto alle scogliere tropicali, esse si formarono in ambienti molto simili, ma non uguali, alla laguna veneta: cioè delle paludi costiere periodicamente invase dal mare.
La dolomia è una roccia sedimentaria costituita da un doppio carbonato di calcio e magnesio.
Per capirci meglio, immaginate il calcare che si si forma nella lavatrice… ecco quello è carbonato di calcio.
Il carbonato di calcio è formato principalmente da due parti…
Carbonato + Calcio
Nella dolomia abbiamo la co-presenza di…
Carbonato + Calcio + Magnesio
Questa ai più potrà sembrare una differenza da nulla, ma una della caratteristica delle dolomiti sta proprio in questo dettaglio.
Il fenomeno della “Enrosadira”, cioè il diventare rosa – rosso delle dolomiti dipende proprio da questa particolare composizione chimica della roccia.
La luce che la colpisce viene deviata in maniera particolare grazie proprio alla struttura molecolare della roccia, per cui essa è una caratteristica unica di questa regione.
Naturalmente la quantità di magnesio non è uguale in tutte le dolomiti. Per esempio, la Marmolada è formata da carbonato di calcio e pochissimo magnesio.
Ma nonostante tutto ciò, quello che colpisce di queste bellissime montagne è la poesia che emanano. Camminare su quei sentieri, osservare quelle cime, lascia il viandante senza parole e con gli occhi pieni di bellezza.