Se c’è un uomo che ha dato un contributo significativo alla mia vita, al mio modo di pensare, di riflettere, anche senza mai averlo incontrato, questo è lui.
Tiziano, per chi non lo conoscesse, tecnicamente era un giornalista, ma nella realtà era un esploratore come non ne esistono più. Uno di quelli che ci vengono in mente pensando alla parola esploratore.
Qualcuno che andava e cercava di capire un mondo che non esiste più, un mondo in cui l’uomo raggiungeva i suoi stati più primordiali. Non si limitava a raccontare i fatti ma cercava di capire cosa c’era dietro, cercava di capire l’altra parte.
Un amante dell’Asia, cercava un’alternativa allo stile di vita occidentale che non lo soddisfaceva. Cercava il senso primitivo della vita, qualcosa che non si può trovare nei centri commerciali o nei programmi TV. Qualcosa che intimamente tutti noi cerchiamo ancora oggi.
Conobbi Tiziano quasi per caso, leggendo uno dei suoi ultimi libri “Un altro giro di giostra”, il quale racconta il suo viaggio più intimo e personale. Un viaggio in compagnia di un ospite che lo avrebbe segnato: il suo cancro!
Fra i suoli libri più belli, uno di quelli che ho letto e riletto e che ogni volta mi sorprende, c’è “ La fine è il Mio inizio”. Un libro scritto da suo figlio Folco, dopo la morte di Tiziano, che riassume delle conversazioni inerenti vari argomenti.
Fra i capitoli più belli c’è quello dedicato ai giovani. Capitolo in cui Tiziano da una sua visione del senso della vita. Attenzione, lui non si definiva in alcun modo un guru, un santone o altro ma semplicemente un fiorentino.
Fra le righe che mi sono rimaste più impresse, e che oggi sto cercando di mettere in pratica, ci sono queste:
“Io trovo che la cosa più bella che un giovane possa fare è di inventarsi un lavoro che corrisponde ai suoi Talenti, alle sue aspirazioni, alla sua gioia, e senza quella arrendevolezza che sembra cosi necessaria per sopravvivere. << Ah, ma io non posso perché…> Tutti possono. Ma capisci quello che dico? Bisogna inventarselo! Ed è possibile, possibile, possibile..
Ci vuole CORAGGIO, ci vuole DETERMINAZIONE, ci vuole FANTASIA”
Secondo me queste poche righe sono di una potenza disarmante perché ci mettono di fronte alle nostre responsabilità.
Spessi siamo noi gli artefici della nostra infelicità. Non vogliamo uscire dalla nostra zona di comfort. Lui, in quelle poche righe, ci sprona a cercare qualcosa che ci faccia stare bene e che ci rappresenti come persone.
Non vi ruberò altro tempo perché per parlare di Terzani non ci vorrebbe un piccolo articolo ma molto di più.
Vi consiglio caldamente i suoi libri perché a me hanno fatto un gran bene….
Buona vita